Colorful Street photography, di Monica Pelizzetti
Colorful street phography, di Monica Pelizzetti
Abbiamo tutti imparato i rudimenti della street photography dai grandi maestri del 900 europei ed americani, da Cartier-Bresson e Doisneau a Frank ed Erwitt solo per citare gli universalmente noti, che ci hanno trasmesso indimenticabili emozionanti frammenti di realtà in bianco e nero. Forse anche per questo è diventato quasi automatico associare la fotografia di strada al b/n e a quella sorta di romanticismo d’antan e di preziosità che traspare dalle immagini prive di colore anche quando sono realizzate in digitale e con le tecniche di postproduzione più moderne. E’ sufficiente però scalfire appena questa patina di consolidata fama per scoprire una street photography ben radicata nel secolo scorso, che fa del colore e dell’ispirazione pittorica il suo punto forte.
Come sovente avviene la città, soprattutto la grande città, è il perfetto inconsapevole e più autentico palcoscenico per questo genere fotografico che SAUL LEITER (Pittsburgh 1923 – New York 2013) ha ritratto nei suoi vivacissimi ed animati scatti. Figlio di un rabbino, arriva nella Grande Mela all’’età di 23 attratto dalla passione per la pittura con l’intenzione di diventare un artista della tela.
Ben presto però incontra la fotografia e dopo i primi scatti in bianco e nero, comincia nel 1948 ad usare le pellicole a colori Kodachrome. Se per lavoro scattava fotografie di moda, per passione usciva nelle strade affollate e scattava cercando contrasti e combinazioni cromatiche, riflessi nelle vetrine e passeggeri in auto armonizzando i soggetti, (oggetti o persone che fossero) e ambiente circostante con un gusto ed un tocco pittorico che ne hanno fatto un vero pioniere della street photography a colori, anche se solo negli anni 90 egli ha reso pubblici i suoi archivi privati e raggiunto una meritata fama.
Attraverso interviste e pubblicazioni Leiter esprime la sua autonomia ed indipendenza di pensiero, alla domanda “Perché hai deciso di fare street photography a colori, quando la stragrande maggioranza dei fotografi preferiva il bianco e nero?” risponde “Non ho mai sentito il bisogno di fare ciò che facevano tutti gli altri. E non ero preoccupato dal fatto che altre persone facessero altre cose “ (cit.) Ritrae la positività e l’ottimismo che solo i colori sanno trasmettere trasformandoli in bellezza. Le radici artistico pittoriche di Leiter si evincono anche dall’ispirazione che trova nel pensiero di Picasso sulla necessità di “sperimentare sempre, trovare nuove strade e cercare di ottenere il meglio possibile da ciò che si ha a disposizione”. (cit.) Non mancano poi immagini di particolare atmosfera scattate in una New York piovosa ed un po’ malinconica che ci raccontano come uno stesso ambiente possa avere volti differenti e suscitare diverse emozioni a seconda delle condizioni atmosferiche, ma sempre con uno sguardo benevolo nei confronti della quotidianità.
Queste immagini “ atmosferiche” introducono un fotografo contemporaneo che attraverso ambientazioni colorate ma connotate da una nota triste e malinconica rappresenta soprattutto la sua città, San Pietroburgo. La pioggia, le luci attenuate, la scarsa presenza di persone che non sono protagoniste ma piuttosto comparse, le forme sfumate trasformano la città di EDUARD GORDEEV in un luogo del sogno.
Viene definito come “fotografo impressionista” in quanto i suoi scatti urbani ricordano le tecniche dei pittori di fine ottocento e trasformano un paesaggio contemporaneo in un luogo senza tempo e un insieme di emozioni. L’inverno e l’autunno sembrano essere le sue stagioni preferite come si evince anche dal suo profilo Instagram. In particolare la pioggia che riflette le luci “dell’ora blu” sul selciato delle strade di città è l’elemento caratterizzante delle sue fotografie che nonostante la presenza delle automobili e dei tram, riescono a portare l’osservatore in una dimensione parallela che non sembra avere a che fare con la realtà.
Monica Pelizzetti
Tutor Fotografico FIAF